Il lato oscuro dei buoni pasto
Ogni giorno milioni di persone usano i buoni pasto per pranzare o fare acquisti. E' un benefit, il più apprezzato dai lavoratori, una vera e propria integrazione al reddito che è esente dalle tasse fino ad un massimo di 8 euro a buono elettronico. L'azienda o l'ente pubblico che li consegna ai dipendenti può ottenere anche dei cashback sui buoni acquisiti. Chi paga però sono gli esercenti (bar , ristoranti, supermercati). L’attuale sistema, infatti, genera una tassa occulta del 30% sul valore di ogni buono pasto a carico degli esercenti. In pratica, tra commissioni alle società emettitrici e oneri finanziari (infatti l'esercente incassa i soldi al netto delle commissioni dopo 60 giorni...), i bar, i ristoranti, i supermercati e i centri commerciali perdono 3mila euro ogni 10mila euro di buoni pasto incassati che accettano. Un sistema che ha già portato alcuni scioperi e leggi che nel pubblico pongano un tetto del 5% di commissioni nelle gare pubbliche e che rischia di andare a deteriorarsi (fonte:Fipe Confcommercio, Federdistribuzione, Ancc Coop, Ancd Conad, Fida e Confesercenti)