Il terremoto finanziario usa parte dalla gloriosa Silicon Valley
Il terremoto creato dall’insolvenza della Silicon Valley Bank (SVB), posta sotto il controllo dell’autorità regolatrice americana che ne ha contestualmente bloccato tutti i conti (garantendo fino a 250 mila dollari ma va detto che sotto questa cifra c’è il 5-6% dei conti..) sta gettando nel dramma centinaia di startup che si appoggiavano alla banca soprattutto per le spese operative, stipendi in primis. In questo momento quindi se una startup aveva un conto solo con SVB non può pagare i propri debiti.
Ma come si è arrivati a questo e soprattutto, può essere sistemico? La Silicon Valley Bank è la banca delle startup della silicon valley che negli scorsi anni, con tassi a zero ha beneficiato di tutti i miliardi investiti dai Venture Capital nelle startup. Quindi le startup depositavano la liquidità sui conti della SVB che crescevano. Con il repentino aumento dei tassi del 2021 e soprattutto 2022 i Venture Capital hanno diminuito in modo importante l’iniezione di cash nelle startup che però hanno continuato per molto tempo a spendere (assunzioni in primis) come gli anni precedenti. Ecco che arrivati negli ultimi mesi in carenza di liquidità le startup hanno iniziato a ritirare il cash dalla SVB che si è trovata a compensare questa discesa vendendo in particolare le Obbligazioni a lungo termine che però nel frattempo i tassi sono aumentati e quindi hanno perso almeno il 25% del valore. Considerando che il Patrimonio Netto di SVB è di 16 miliardi è chiaro che già a fine 2022 c’era una grande esposizione, in particolare SVB prestava alle startup 74 mld di dollari finanziandoli con i depositi dei clienti : in tutti e due i casi ad alto rischio, startup. I prossimi giorni diranno se ci saranno conseguenze per altre banche, in ogni caso il governo americano pare non potrà non salvare SVB ed altri istituti coinvolti