Una bomba a orologeria per le startup USA ?

Una riforma del codice fiscale statunitense (sezione 174) rischia di impattare non poco sulla liquidità delle startup a stelle e strisce. In sintesi se fino ad oggi le startup potevano spesare nell’anno tutti i costi di ricerca e sviluppo minimizzando quindi le tasse da pagare, oggi il fatto di doverle ammortizzare in 5 anni (addirittura 15 se la ricerca e sviluppo è svolta fuori dagli stati uniti) pone un forte disallineamento dell’utile gestionale con quello fiscale. L’esempio classico è quello riferito a un ingegnere informatico assunto che prima veniva spesato interamente nell’anno mentre oggi il suo costo deve venire diviso un 5 anni. Ecco che le startup che notoriamente hanno nei flussi di cassa il tallone d’achille devono far fronte a uscite fiscali per via dell’utile che si genera. Un tema che non compete solo le startup certo, anche le Big Tech che però siedono sopra a tali montagne di liquidità che questi aggravi fiscali le lasciano indifferenti.